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La crisi nel settore edile si acuisce

10/07/2010

I dati Feneal/Cresme indicano un continuo peggioramento della situazione: cala l’occupazione, calano le ore lavorate, cala in modo netto il part-time assai cresciuto nella fase espansiva, e questo calo generale riguarda praticamente in egual misura lavoro italiano e lavoro straniero. “Sono tutti segni meno: –10% le ore lavorate, -9,5% la contrazione del numero dei lavoratori, -6,7% la riduzione del numero delle imprese – ha spiegato Giuseppe Moretti, segretario generale Feneal. – Dall’inizio della fase recessiva all’ultimo trimestre del 2009 rilevato, la perdita di lavoro dipendente nelle 18 città campione risulta essere del 12,7% oltre l’indicatore generale dell’Istat. È una frenata che interessa tutte le aeree del paese, che riguarda in egual modo lavoratori italiani e stranieri, mentre si riaffaccia il rischio del sommerso. Ecco perchè chiediamo una svolta politica delle costruzioni. Il nostro congresso lancerà con forza la proposta di fare del settore un effettivo volano per l’uscita dalla crisi che ha colpito duramente l’edilizia e che rischia di provocare anche nel 2007 una consistente perdita di posti di lavoro.”
Sul fronte della sicurezza, la frenata del settore non sembra aver prodotto effetti preoccupanti. Nel II trimestre 2009 il numero di ore di malattia segna una variazione tendenziale del -17,1% che diviene del -13% nel trimestre successivo, mentre per le ore di infortunio si registra un -15,4% che passa al -9,7% nel III trimestre. Non trova ancora conferma, quindi, la preoccupazione circa la possibilità che la stretta occupazionale determinata dalla crisi possa comportare un peggioramento delle condizioni di lavoro sul cantiere, con il conseguente aumento degli incidenti sul lavoro.
“Un’Italia migliore è tale se non si muore più di lavoro, – ha dichiarato Moretti – se non si deve elemosinare dopo infortuni gravi per se e per i propri familiari una assistenza da sopravvivenza, se si deve rischiare la vita quando si va al lavoro. Su questo punto vogliamo essere chiari: nessuno pensi di smantellare il cammino compiuto per render più sicuro il lavoro edile.” Il segretario ha poi illustrato le azioni che la Feneal ritiene necessarie per combattere la crisi e riattivare la crescita: una politica di incentivi alla domanda; un comportamento imprenditoriale che decida di reinvestire nell’impresa il capitale accumulato con gli anni di boom; una politica di sostegno al lavoro che veda negli ammortizzatori sociali del settore una risposta importante. “La partita – ha esclamato il segretario nazionale Feneal Uil – si gioca sul piano della domanda di
piccole opere pubbliche da un lato e dall’accelerazione del Piano Casa di Edilizia Sociale, dall’altro. Nel processo di riforme che riteniamo improrogabile e contestuale alle politiche mirate a riattivare la crescita – ha concluso Giuseppe Moretti – un ruolo importante dovrà avere proprio quella degli ammortizzatori sociali. Il mondo del lavoro la attende ormai da troppo tempo. Bisogna rendere gli ammortizzatori sociali più aderenti alla realtà del tessuto produttivo italiano, svincolati da interventi dettati dall’emergenza per diventare invece parte integrante dello sviluppo economico e sociale del paese.”

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