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Italcementi: dopo 40 anni chiude il sito di Scafa

4/09/2013

«La chiusura dell’impianto di Scafa dipende dal perdurare delle condizioni del mercato del cemento in Italia, che registrano un volume di vendite più che dimezzato rispetto a sette anni fa».

Una situazione nota a livello nazionale, dopo che sia l’Aitec (associazione di settore dei produttori di cemento), sia l’Ance (associazione di settore dei costruttori) hanno evidenziato i numeri di una crisi drammatica per tutta la filiera delle costruzioni».

Italcementi ribadisce così le ragioni che hanno portato alla decisione di cessare l’attività produttiva dello stabilimento di Scafa che conta attualmente 70 operai (in cassa integrazione a rotazione).

Italcementi Group è il quinto produttore di cemento a livello mondiale. Le società del gruppo sono sparse in 22 paesi in 4 continenti del mondo, attraverso un dispositivo industriale di 53 cementerie, 10 centri di macinazione, 7 terminali, 449 centrali di calcestruzzo e 115 cave di inerti.

Nel 2012 Italcementi Group ha registrato un fatturato consolidato di circa 4,5 miliardi di euro.

I sindaci del bacino minerario (Scafa, San Valentino, Manoppello, Lettomanoppello, Abbateggio, Roccamorice e Tuttivalignani) , i sindacati e i lavoratori stileranno nelle prossime ore un documento condiviso da sottoporre all’attenzione del Ministro Gaetano Quagliariello e del sottosegretario Giovanni Legnini, un incontro, sollecitato su richiesta delle parti sociali dal vicepresidente della Regione Alfredo Castiglione e dal presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, che si terrà il 5 settembre. L’obiettivo è unire le forze per impedire la chiusura del cementificio con la riconferma dell’accordo firmato al Ministero del Lavoro a gennaio 2013 nel quale si parlava di una ristrutturazione dell’azienda e non di cessazione dell’attività. Ma l’azienda sembra determinata a chiudere i cancelli. «Le vendite nel nostro Paese», spiega la società, «hanno registrato nel primo semestre del 2013 una ennesima consistente diminuzione. I dati del Ministero dello Sviluppo Economico parlano di una ulteriore caduta del 18,2% tra gennaio e aprile 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che già aveva registrato un drastico calo dei volumi. L’andamento del mercato del cemento, del resto, rispecchia il momento difficilissimo che il comparto delle costruzioni sta attraversando».

I dati diffusi a luglio dall’Ance parlano infatti di 690 mila posti di lavoro complessivamente persi in tutta la filiera negli ultimi cinque anni a causa della crisi del settore. Per fare fronte a questa situazione Italcementi ha varato un piano che prevede la razionalizzazione della propria rete produttiva, con la chiusura di alcuni impianti e la ristrutturazione di altri, scelti in base a una analisi complessiva del mercato italiano, «al fine di mantenere il proprio apparato produttivo efficiente dal punto di vista industriale e adeguato ai mutati volumi di vendita.

Questo potrà garantire la tenuta dell’azienda in una fase drammatica del mercato».

Scafa dunque è stata scelta tra quelle che soccomberanno.

Gli operai non si arrendono e sperano fino alla fine: ad agosto hanno avviato una nuova protesta occupando la Tiburtina e chiedendo che l’azienda mantenga in essere il piano di ristrutturazione e riorganizzazione che prevedeva la cassa integrazione fino al gennaio 2015 per il 50% degli addetti, senza fare passi indietro. «E’ impensabile», commenta il sindaco di Scafa Maurizio Giancola, «accettare l’ipotesi di smantellamento del cementificio, soprattutto se si considera che l’Italcementi è sempre stata considerata una realtà solida e alla sua attività è legato il destino dei lavoratori da oltre quarant’anni».

Intanto per il 10 settembre è già fissato il vertice dell’Italcementi al Ministero dello Sviluppo economico per la modifica della cassa integrazione da ristrutturazione aziendale a cessazione dell’attività.

I NUMERI DELLA CEMENTERIA DI SCAFA
55.000 metriquadrati di estensione della cementeria
67 dipendenti tra tecnici, impiegati e operai
200 persone dell’indotto coinvolte nelle attività della cementeria
330.000 tonnellate di capacità produttiva di clinker in un anno
420.000 tonnellate di capacità produttiva di cemento in un anno
1 linea di cottura
5 molini
37 filtri a tessuto per il contenimento delle polveri
26 elevatori
890 motori
1 capannone materie prime e clinker
24 sili e serbatoi
300.000 api per il monitoraggio biologico

LE OPERE REALIZZATE CON I PRODOTTI DELLA CEMENTERIA DI SCAFA
Tra le opere costruite con i prodotti ci sono il nuovo palazzo di Giustizia di Pescara, il potenziamento della linea ferroviaria Adriatico-Sangritana, la variante di Francavilla Al Mare, la variante esterna ai centri abitati di Montesilvano e Città S. Angelo, il Progetto C.a.s.e – M.a.p. (lavori post terremoto 2009), il Villaggio a Chieti per i Giochi del Mediterraneo

5 Condizione per Tornare in Cantiere

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